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Archivi tag: sanzioni inutili

Israele in preda alla disperazione

06 martedì Mar 2012

Posted by antiglobb in conflitti mondiali, informazione, opinioni, prepotenze e soprusi

≈ 1 Commento

Tag

americani contro Netanyahu, minacce a vuoto di Israele, minacce di intervento russo-cinese, pressioni su Washington, sanzioni inutili

Il fanatismo non prevarrà

E’ ormai chiaro a tutti che le minacce all’Iran sono dettate dall’odio profondo che Netanyahu nutre nei riguardi dell’umanità, colpevole ai suoi occhi di non inchinarsi ai suoi piani di dominio del mondo.
Questo è il motivo per cui nessun Paese è disposto ad affrontare questo fanatico che, al grido di “Muoia Sansone con tutti i filistei“, si dice pronto a lanciare missili contro un Paese in ascesa sia sotto il profilo economico che militare.
Sostenere, come fa lui, che un attacco preventivo contro un Paese che potrebbe attaccarlo è un atto di autodifesa è pretestuoso, in quanto Adhaminejad potrebbe dire la stessa cosa.

Le sue preoccupazioni derivano principalmente dal fatto che le sanzioni economiche all’Iran non hanno avuto effetto, mentre il Paese degli ayatollah si sta dotando di armi sempre più sofisticate.
Negli Stati Uniti numerosi attivisti di Occupy AIPAC, al grido di “Netanyahu è un criminale di guerra e il responsabile della morte di migliaia di palestinesi“, hanno manifestato davanti alla Casa Bianca per dire NO a un intervento militare in Iran e chiedere la fine delle costruzioni illegali in Cisgiordania.

Diverse personalità israeliane hanno dichiarato che  Netanyahu fa retorica, perché, mettendolo nella posizione dell’aggressore, l’attacco darebbe a Russia e Cina la giustificazione della quale hanno bisogno per intervenire.
I roboanti proclami del primo ministro israeliano non servono ad altro dunque che a fare pressioni sulle autorità americane perché aumentino il livello delle sanzioni contro il governo iraniano.

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La Libia è una minaccia alla sicurezza degli USA

25 sabato Feb 2012

Posted by antiglobb in economia, guerra civile, guerre della nato, risorse energetiche, rivolta armata

≈ 7 commenti

Tag

appello alla sollevazione, cacciata del governo provvisorio, crimini di guerra, guerra in afghanistan, insurrezione popolare, minacce alla sicurezza degli usa, mobilitazione spontanea, resa degli insorti alle autorità, sanzioni inutili, stato di emergenza nazionale

I libici ritireranno i capitali investiti 

I leader dei vari Movimenti in lotta per cacciare dal suolo natìo i mercenari che si spacciano per ribelli ottengono successi sempre più importanti, mentre il CNT continua a mostrare la sua incapacità di porre in atto una strategia idonea a fermare l’emorragia di consensi al suo operato.
Lo scorso lunedì i fedeli di Gheddafi, dopo aver detto ai ribelli di non farsi vedere mai più da quelle parti, li hanno cacciati da Ben Walid, inseguendoli a colpi di Kalashinov.

L’episodio è stato interpretato come il segnale che è arrivato il tempo di punire gli usurpatori che hanno distrutto la Libia. Convinto che la vittoria è vicina, il popolo libico è ora più deciso che mai a lottare per riprendersi il proprio Paese.
Sapendo che la cacciata dei ribelli darà ai figli di Gheddafi la possibilità di ritirare i capitali investiti negli Stati Uniti e che l’iniziativa avrà l’effetto di distruggere la loro economia, Obama ha proclamato lo stato di emergenza nazionale e, allo scopo di sventare la minaccia alla sicurezza del Paese, ha deciso di imporre altre sanzioni che ancora una volta colpiranno il popolo libico.
Il presidente americano vorrebbe indurre i libici a rinunciare alla lotta, ma non conseguirà il suo obiettivo, perché, quando il popolo, esasperato da un conflitto che non ha voluto, verrà a conoscenza delle sanzioni, farà tutto quanto è in suo potere per punire i ribelli nel modo più severo possibile.

Invece di ricorrere all’arma spuntata delle sanzioni, Obama ripensi piuttosto alla sua politica aggressiva che sta portando l’area mediorientale a odiare gli americani e provocando rivolte paurose in Iran, in Siria, in Iraq e in Afghanistan.
Rifletta, inoltre, sul fatto che i regimi arabi che hanno investito nei Paesi occidentali potrebbero decidere di ritirare i loro capitali, per non correre il rischio di perderli da un momento all’altro.

Le sanzioni all’Iran faranno fallire l’Europa

22 mercoledì Feb 2012

Posted by antiglobb in economia, fallimento dell'europa, guerra dei nervi

≈ 1 Commento

Tag

europa in miseria, grecia in ginocchio, mezzi di trasporto bloccati, sanzioni inutili, stoccaggio del petrolio

E’ meglio andare in bici che fare la guerra

L’Europa finge di non capire che nel mercato libero il coltello dalla parte del manico ce l’ha chi produce.
Rinunciare all’acquisto del petrolio prima di passare alla bicicletta è una decisione masochistica che ci porterà al disastro economico.

Le sanzioni sono inutili, perché il Paese che viene colpito si procura altrove le merci che gli mancano. Gli effetti negativi si ritorcono, inoltre, contro chi le decreta.
Il prossimo 20 marzo, insieme all’apertura della Borsa Petrolifera Iraniana, i tagli alle forniture di petrolio riguarderanno Portogallo, Spagna, Olanda, Italia e Grecia.

Il Brent, pertanto, aumenterà fino a 130 dollari al barile e la benzina costerà due euro e 50 al litro.
Dal momento poi che l’elettricità viene prodotta con il petrolio e i trasporti funzionano utilizzando i suoi derivati, aumenteranno i prezzi di tutte le merci e il nostro potere d’acquisto calerà vistosamente.

Assediata dai creditori e travolta dalle proteste del popolo affamato, la Grecia sarà costretta a chiedere un altro prestito all’Europa, ma questa non potrà aiutarla, perché i suoi Paesi membri falliranno uno dopo l’altro.
L’Arabia Saudita non potrà venderci la quantità di  oro nero di cui avremo bisogno per questi motivi.
Ha già assunto impegni con altri Paesi, tra i quali la Cina, che, per sottrarlo alla disponibilità dei Paesi occidentali, ha cominciato a stoccarlo in migliaia di container giganteschi.
La raffinazione del suo petrolio richiede strumenti  diversi da quelli che possediamo.

I nostri politici potevano opporsi all’embargo, ma hanno preferito cedere alle pressioni intessate degli Stati Uniti, anche se sapevano che la loro decisione ci avrebbe portato alla disperazione.
A questo punto dovremmo cominciare a chiederci fino a quando avranno il diritto di sbagliare e noi il dovere di tacere e pagare .

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