Il denaro della BCE è carta straccia.
Le banconote che la Banca Centrale Europea ci dà in prestito sono stampate senza nessuna copertura. Pertanto, il debito che vanta nei nostri confronti è figurativo. Allora perché i neoliberisti continuano a dire che siamo indebitati con l’Europa?
Lo fanno perché sanno che il popolo, non appena si renderà conto che mentono, non si lascierà imporre altri sacrifici.
Per pagare gli interessi che i banchieri pretendono per questo fantomatico debito, il prestigiatore non si è fatto scrupolo di affondare il Paese, imponendo tasse sempre più alte, abbassando il tenore di vita dei cittadini, cancellando l’articolo 18 e i contratti nazionali e liberalizzando, ossia riducendo alla fame tassisti, commercianti, farmacisti e benzinai.
Dato che il denaro che ci porterà via non sarà sufficiente a soddisfare l’avidità dei banchieri, il prestigiatore più abile di tutti i tempi, andrà avanti a chiedere carta straccia alla BCE, fino a quando non avrà trascinato il debito e gli interessi in una spirale senza fine.
Nel frattempo l’economia reale, vale a dire quella che nasce dal duro lavoro, sarà sparita, perché non rimarrà nemmeno un euro da investire per il suo sviluppo.
Vedremo allora imprese che falliranno, lavoratori che perderanno il posto, imprenditori e pensionati che si toglieranno la vita e negozi che chiuderanno perché non vendono.
Il liberismo ha distrutto i Paesi occidentali quando ha abbandonato l’economia reale per sviluppare quella finanziaria, solo perché questa richiede meno impegno e fa guadagnare di più.
I Paesi membri del BRICS, al contrario, non hanno pensato che a creare posti di lavoro. Per questo il loro P.I.L. aumenta rapidamente, mentre il nostro è rimasto al palo.
Considerato che l’immobilismo dei politici non serve a risalire dalla voragine senza fondo in cui ci hanno buttato, possiamo solo sperare che la Cina compri il nostro debito.
Se questo miracolo non avverrà, una volta che le banche saranno fallite e l’Europa intera sarà andata in default, alla BCE non resterà, in attesa del botto finale dell’eurozona, che stampare carta straccia a getto continuo.
“Questa vince… questa perde… avanti, signori, che si va a iniziare…”
Questa è l’Italia. Ha sempre amato i sotterfugi, gli accomodamenti, le strizzatine d’occhio e gli accordi sotto banco. E adesso ne sta pagando lo scotto.