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~ La globalizzazione ha ridotto l'uomo a uno strumento di consumo

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Archivi tag: consumismo sfrenato

La decrescita e il Buy Nothing Day

08 giovedì Mar 2012

Posted by antiglobb in decrescita, economia, informazione, opinioni

≈ 6 commenti

Tag

annullamento del sistema del debito, avvoltoi neoliberisti, buy nothing day, consumismo sfrenato, crescita infinita, disastro economico, giustizia sociale, no shopping, nuovo moloch, riduzione dei consumi

Impariamo a fare a meno del superfluo


Gli altri Stati sono pronti a seguire l’esempio di Rajoy, perché si sono perfettamente resi conto che la stretta fiscale imposta dalla Merkel non può avere altro sbocco che strangolare le loro deboli economie e spingerle nel baratro della recessione.
Nessuno di noi si è offerto come vittima sacrificale del Moloch neoliberista che, ossessionato dall’idea di trasformare l’uomo in uno strumento di consumo, pensa solo al modo di farci lavorare come bestie in cambio di una remunerazione inadeguata al costo della vita.

Sono convinto che la svolta determinante nel modo di gestire l’economia europea si avrà non appena François Holland vincerà le imminenti presidenziali francesi.
Per tradure la prima sconfitta del neoliberismo in una debacle, è necessario, tuttavia, che anche noi facciamo la nostra parte, adottando comportamenti a costo zero, che migliorano la nostra vita.

I neoliberisti ci costringono a produrre e consumare merci superflue o inutili. Se consumiamo il minimo indispensabile, gli togliamo dalle mani lo strumento che ha ridotto in schiavitù milioni di lavoratori.
Diciamo basta quindi alle merci superflue, ai debiti e alle cambiali. Scegliamo, inoltre, un paio di giorni la settimana per realizzare il Buy Nothing day.

Questo consiste nell’astenersi in quei giorni dal fare shopping, usare la carta di credito, prendere l’auto, fare il pieno, guardate la TV – che ci può convincere a comprare i prodotti che reclamizza – recarci in banca, frequentare locali pubblici, andare a cinema o a teatro, partecipare a una gita e così via.
Così facendo potremmo risparmiare sulle risorse naturali, evitare di inquinare le città con tonnellate di spazzatura, avere più tempo da dedicare alla vita di relazione, contribuire alla corretta distribuizione delle ricchezze tra i cittadini e lasciare un minimo di benessere alle future generazioni.

La rivoluzione è già cominciata

03 venerdì Feb 2012

Posted by antiglobb in decrescita, disintegrazione dell'europa, economia, globalizzazione, guerra civile

≈ 1 Commento

Tag

consumismo sfrenato, crescita infinita, distruzione del welfare, giustizia sociale, lotta di classe, modello economico fallimentare, sicurezze sociali, tumulti di massa

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/27/ci-nascondono-un%E2%80%99altra-rivoluzione-in-romania/#axzz1l9zLFxLo

E’ l’austerità che scatena le rivolte


I governi tecnici tacciono sulle rivolte che stanno squassando l’Europa, perchè sanno che i loro schiavi si sono resi conto che la rivoluzione è cominciata e la loro sconfitta è imminente.
In alcuni Paesi, infatti, le proteste sono diventate così violente che i meanstream non osano parlarne, temendo la diffusione del contagio.
Negli Stati Uniti migliaia di disoccupati e senza tetto sfilano lungo le strade ricoperte di neve nella vana speranza di un’offerta di lavoro.

I sindacati belgi hanno organizzato una grande protesta alla quale hanno partecipato migliaia di lavoratori che esibivano striscioni sui quali era stata dipinta la parola VERGOGNA, urlando  contro l’aumento delle tasse e i tagli ai benefici. Gli autobus, i treni e gli aerei sono stati bloccati. I manifestanti chiedevano la fine dell’austerità e la cancellazione della legge che rinvia di dieci anni l’età pensionabile.

La rivolta che ha sconvolto la Romania è cominciata da venti giorni. I manifestanti chiedono le dimissioni del governo e nuove elezioni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso nel Paese più povero della UE è stata la distruzione del welfare.
La popolazione esasperata tira sassi contro le forze dell’ordine, assalta negozi e supermercati e urla che non potrà mai produrre quello che il governo riesce a rubare.
I parlamentari europei parlano della necessità di prendere misure per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, ma continuano a seguire la ricetta che ha disintegrato l’Europa, i cui ingredienti sono la disoccupazione, i salari bassi, l’instaurazione di governi non eletti dal popolo e l’ossessione per la crescita, pur sapendo bene che l’unica soluzione del problema è il ritorno all’economia reale.

A che serve fare sacrifici per niente?

27 martedì Dic 2011

Posted by antiglobb in economia

≈ 2 commenti

Tag

annullamento del sistema del debito, consumismo sfrenato, crescita infinita

L’economia reale è fallita

La new economy è stata creata per nascondere il fallimento dell’economia reale e continuare a utilizzare i lavoratori come instancabili “robot” in grado di produrre e consumare senza sosta quantità inimmaginabili di merci inutili.
Anche se la delocalizzazione delle imprese e la precarietà del lavoro sono state devastanti, per qualche tempo il consumismo ha continuato a imperversare. Adesso però, sempre più affamate,  le pecorelle smarrite che erano state destinate al macello si sono svegliate e hanno cominciato a consumare di meno.
Per ridare slancio alla “crescita infinita”, il “governo dei tecnici” avrebbe dovuto aumentare i salari, gli stipendi e le pensioni. Ma l’iniziativa si è rivelata irrealizzabile, in quanto un Paese in “recessione” come il nostro non può allo tesso tempo  pagare gli interessi del “debito” contratto con la Banca Centrale Europea e incrementare il benessere dei cittadini.
Le sue manovre inique e disorganiche, pertanto,  non solo non “salveranno l’Italia”, ma finiranno per distruggere i servizi sociali, provocare un ulteriore crollo dei consumi, far fallire le imprese, licenziare un numero crescente di lavoratori e imporre tasse sempre più alte quasi esclusivamente a carico dei cittadini meno abbienti.
I segnali di una rivolta sociale sono numerosi, ma quelli che hanno creato questa situazione non mostrano di preoccuparsene affatto. Continuano imperterriti, infatti, a chiedere sacrifici che solo pochi oramai sono in grado di fare.
A questo punto viene da pensare che sono  degli irresponsabili che stanno cercando di guadagnare tempo perché la situazione è sfuggita loro di mano.
A favore di questa tesi gioca il fatto che non si sono nemmeno degnati di dare una risposta agli economisti che avevano suggerito di “annullare il sistema del debito”, come è stato fatto in Islanda.
Le ingiustizie sociali sempre più frequenti hanno portato il Paese al collasso. Se nelle prossime settimane non cambierà niente, l’Italia imploderà, trascinandosi dietro l’Europa e gli Stati Uniti.

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