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~ La globalizzazione ha ridotto l'uomo a uno strumento di consumo

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Archivi della categoria: guerra civile

La polizia inglese in assetto di guerra

15 domenica Apr 2012

Posted by antiglobb in conflitti sociali, guerra civile, informazione, insurrezione, opinioni

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dip, gas nervino, jus vitae ac necis, laser dazzling, repressione feroce, skunk oil

The western Countries violate the human rights and pretend to put down those who still expect to live in a democracy. The governors misuse their powers. Nobody has the right to harm naive people.

In tutta Europa dilagano le rivolte contro gli abusi dei banchieri internazionali e i governi che curano i loro interessi tremano al solo pensiero di essere scalzati dal potere.
Considerata la situazione nel suo complesso, quel momento non dovrebbe essere lontano. Infatti, i furti ai supermercati, le rapine, le manifestazioni sempre più violente, gli scontri armati e i suicidi di massa sono la prova inequivocabile che oramai la catastrofe incombe.

Negli ultimi tempi, infatti, ci sono stati centinaia di feriti e decine di morti in diversi Paesi occidentali, e in particolare in Gran Bretagna, dove il Centro per le Scienze Applicate e la Tecnologia ha deciso di fornire alla polizia le cosiddette Discriminating Irritant Projectile (DIP), cioè le armi chimiche di ultima generazione, che possono provocare la morte per soffocamento, con l’obiettivo di indurre i cittadini a a desistere dallo scendere in piazza per protestare contro l’inarrestabile aumento del costo della vita.

Pur sapendo che la popolazione è angosciata da questa iniziativa, il Centro continua a organizzare incontri per la ricerca di armi in grado di conseguire una repressione più feroce.
Per adesso da questi incontri è venuta fuori l’idea di utilizzare lo Skunk Oil e il Laser Dazzling, dispositivi che emettono rispettivamente un liquido disgustoso che induce le vittime a vomitare e lampi di luce che le accecano.

Molti sospettano, tuttavia, che il governo britannico stia per autorizzare la polizia a usare il gas nervino, vietato persino in guerra dai trattati internazionali sulle armi chimiche.
Sappia, tuttavia, il governo britannico che, quando milioni di disperati decideranno di non farsi trattare più come sudditi, non resteranno con le mani in mano di fronte a chi si è arrogato lo jus vitae ac necis sui propri cittadini.

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La Resistenza Verde è pronta alla battaglia finale

13 venerdì Apr 2012

Posted by antiglobb in guerra civile, guerre della nato, informazione, opinioni, risorse energetiche

≈ 5 commenti

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armi sequestrate, attacco al convoglio onu, elicottero abbattuto, mercenari imprigionati, scontro armato tra mercenari e leader del cnt

After pushing the mercenaries to withdraw, the loyalists are ready for the final battle. The leadership will be assumed by the youths.

Le notizie che seguono non sono state riportate dai media mainstream occidentali, perché alla Nato non è gradito che si venga a conoscenza dello sconcerto che i lealisti hanno causato tra le fila dei mercenari che operano in Libia.
Un elicottero che trasportava 25 mercenari e dieci ufficiali del CNT è stato abbattuto nel sud del Paese.
Un Mirage si è schiantato nella regione di Kasr El Hamrouiya. I francesi hanno diffuso la voce che si è trattato di un guasto tecnico, ma i lealisti dicono che è stato colpto dalla loro contraerea.

Alcuni mercenari alla guida di camion pieni di armi e munizioni sono rimasti vittime di un agguato dei resistenti verdi. I mercenari sono stati imprigionati e il carico è stato sequestrato.
Dall’inizio delle  ostilità hanno perduto la vita quasi 1.500 contractors assoldati dal governo britannico.
Continuano sempre più violenti gli scontri armati per l’accaparramento delle raffinerie di petrolio.

Una bomba a mano è stata lanciata contro un convoglio dell’ONU di cui faceva parte l’inviato libico presso le nazioni Unite.
La notizia più sconfortante, tuttavia, è quella di un gruppo di mercenari che, saputo che non avrebbero ricevuto il salario, sono entrati con le armi in pugno negli uffici del CNT, hanno sparato in aria, lo hanno saccheggiato, hanno aggredito il segretario del leader e infine sono usciti alla ricerca di persone indifese da torturare e tombe da violare nei cimiteri cristiani.

Alla luce di questi avvenimenti, la Resistenza Verde ha fatto sapere che la sua preparazione alla guerra civile è quasi completa, per cui tra non molto darà inizio alla battaglia finale per liberare la Libia dagli stranieri.

La Libia è una minaccia alla sicurezza degli USA

25 sabato Feb 2012

Posted by antiglobb in economia, guerra civile, guerre della nato, risorse energetiche, rivolta armata

≈ 7 commenti

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appello alla sollevazione, cacciata del governo provvisorio, crimini di guerra, guerra in afghanistan, insurrezione popolare, minacce alla sicurezza degli usa, mobilitazione spontanea, resa degli insorti alle autorità, sanzioni inutili, stato di emergenza nazionale

I libici ritireranno i capitali investiti 

I leader dei vari Movimenti in lotta per cacciare dal suolo natìo i mercenari che si spacciano per ribelli ottengono successi sempre più importanti, mentre il CNT continua a mostrare la sua incapacità di porre in atto una strategia idonea a fermare l’emorragia di consensi al suo operato.
Lo scorso lunedì i fedeli di Gheddafi, dopo aver detto ai ribelli di non farsi vedere mai più da quelle parti, li hanno cacciati da Ben Walid, inseguendoli a colpi di Kalashinov.

L’episodio è stato interpretato come il segnale che è arrivato il tempo di punire gli usurpatori che hanno distrutto la Libia. Convinto che la vittoria è vicina, il popolo libico è ora più deciso che mai a lottare per riprendersi il proprio Paese.
Sapendo che la cacciata dei ribelli darà ai figli di Gheddafi la possibilità di ritirare i capitali investiti negli Stati Uniti e che l’iniziativa avrà l’effetto di distruggere la loro economia, Obama ha proclamato lo stato di emergenza nazionale e, allo scopo di sventare la minaccia alla sicurezza del Paese, ha deciso di imporre altre sanzioni che ancora una volta colpiranno il popolo libico.
Il presidente americano vorrebbe indurre i libici a rinunciare alla lotta, ma non conseguirà il suo obiettivo, perché, quando il popolo, esasperato da un conflitto che non ha voluto, verrà a conoscenza delle sanzioni, farà tutto quanto è in suo potere per punire i ribelli nel modo più severo possibile.

Invece di ricorrere all’arma spuntata delle sanzioni, Obama ripensi piuttosto alla sua politica aggressiva che sta portando l’area mediorientale a odiare gli americani e provocando rivolte paurose in Iran, in Siria, in Iraq e in Afghanistan.
Rifletta, inoltre, sul fatto che i regimi arabi che hanno investito nei Paesi occidentali potrebbero decidere di ritirare i loro capitali, per non correre il rischio di perderli da un momento all’altro.

La Resistenza Unita dei popoli democratici

18 sabato Feb 2012

Posted by antiglobb in beni comuni, conflitti sociali, disintegrazione dell'europa, economia, globalizzazione, guerra civile, neoliberismo

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annullamento del sistema del debito, appello alla sollevazione, avvoltoi neoliberisti, determinazione a resistere, disastro economico, distruzione del welfare, insurrezione popolare, misure di austerità, modello economico fallimentare

Basta con i ricatti dell’elite finanziaria

Solone stabilì che i greci che non pagavano i debiti diventavano schiavi del loro creditori. 
Fu l’abolizione di questa legge barbarica a gettare le basi della democrazia, del diritto e della cultura in Europa.
Per difendere il popolo greco e quello dei Paesi deboli dell’Eurozona dalla politica criminale e irresponsabile dell’elite finanziaria, che impone continue misure di austerità e privatizza i beni comuni, tre celebrità greche, il compositore Theodorakis, il patriota Glezos e il costituzionalista Kesimatis hanno dato vita alla “ELADA”, ovvero la Resistenza Unita dei popoli democratici.

Secondo i fondatori del Movimento, per difendersi dalla crisi finanziaria indotta dalla globalizzazione, sia le banche che i derivati finanziari devono essere controllati, è necessario promuovere la solidarietà, generare lo sviluppo economico invece del profitto e favorire la crescita stimolando la domanda. I nazisti sconfitti, indossata la casacca della elite finanziaria, sono tornati alla carica con l’obiettivo di distruggere gli Stati, per imporre ai popoli la Dittatura plutocratica globale.

I manifestati di OccupyWallst sostengono l’azione dei greci, perché sanno di avere gli stessi interessi e aggiungono che ovunque nel mondo le politiche dalla troika tiranneggiano i popoli, come dimostra il fatto che, per ridurre il debito, stanno distruggendo i servizi sociali.

Ci informano poi che ci sono già state proteste a Chicago, San Francisco e New York City e che tra qualche giorno scenderanno per le strade i cittadini di tutta Europa in segno di solidarietà con i greci che soffrono.

Il Cavallo di Troia della plutocrazia

14 martedì Feb 2012

Posted by antiglobb in economia, globalizzazione, guerra civile, opinioni

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avvoltoi neoliberisti, crimini di guerra, determinazione a resistere, disastro economico, distruzione del welfare, ricatti e minacce, sovranità monetaria

L’occidente ha perduto l’egemonia

L’accanimento terapeutico della plutocrazia contro il popolo greco precipiterà il Paese che ha inventato la democrazia nella più crudele delle dittature.
I Greci si sono resi conto che avevano toccato il fondo, quando gli hanno imposto ulteriori sacrifici, li hanno derubato dei gioielli di famiglia e gli hanno offerto enormi quantitativi di armi per ripagare solo una parte del loro debito.

Adesso tremano al pensiero che, nel momento in cui le loro sofferenze diventeranno insopportabili, riusciranno a liberarsi del giogo a cui sono stati sottoposti solo se avranno il coraggio di reagire con violenza alle loro provocazioni.
Ecco perché i manifestanti battevano le mani agli studenti che affrontavano la polizia, urlando che non ci pensavano nemmeno a tornarsene a casa.
“Ci hanno tagliato gli stipendi e hanno cancellato il vostro futuro;” – rispondevano gli anziani- “staremo quì fino a quando i politici non si decideranno a bocciare le misure di austerità“.

“Perché ce l’hanno con me?” – diceva un operaio – “Che ho fatto di male?”. (clicca quì)
Se la rabbia cresce e il popolo è sempre più deciso a resistere, gli eurocrati non potranno mai riavere i soldi concessi in prestito. Allora perché si ostinano a percorrere una strada senza sbocchi?
Il problema non riguarda l’economia, ma il futuro dell’umanità. Si tratta dello scontro di civiltà, la cui soluzione oggi appare impossibile.
L’occidente ha perduto la sua egemonia tanto nel campo economico che in quello politico. Nessuno è più disposto a partecipare alle Crociate e i nemici da sconfiggere sono, oltre alll’Islam, i Paesi che fanno parte dell’Unione Euroasiatica, la regione del mondo in cui si trovano quantità inimmaginabili di risorse energetiche e armamenti nucleari.
Finora i tentativi di fermarne l’ascesa non hanno avuto successo. Abbiamo perduto, infatti, la guerra in Iraq e stiamo perdendo quella in Afghanistan, abbiamo bombardato invano la Libia e non siamo riusciti a ripetere lo stesso gioco con la Siria.
Il genocidio del popolo greco mirava a eliminare un altro Paese, ricorrendo a un nuovo tipo di Cavallo di Troia: la riduzione in schiavitù per debiti. Ma ci è andata male anche questa volta.

Oramai non abbiamo più carte da giocare. L’Europa è al collasso, gli Stati Uniti non sono più nelle condizioni di  scatenare guerre, l’Impero occidentale è al tramonto a causa della sua ricerca ossessiva di nuovi mercati, di nuove fonti energetiche e di nuovi popoli da sfruttare.
Faremo la fine dei dinosauri che, dopo aver divorato tutta la vegetazione esistente, finirono per divorarsi tra loro.

O povo unido jamais serà vencido

13 lunedì Feb 2012

Posted by antiglobb in conflitti sociali, disintegrazione dell'europa, economia, guerra civile, neoliberismo

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manifestazioni sindacali, misure di austerità, mobilitazione generale, proteste incontrollabili, riforma del lavoro, salvataggio delle banche, slogan

Tornano gli slogan degli anni ’70

E’ successo quello che doveva succedere. Il piano di austerità preparato dal parlamento greco è stato approvato. I rivoltosi hanno messo a ferro e fuoco Atene e Salonicco, incendiando teatri, palazzi, bar, negozi e banche. I bancomat non funzionano più. Proteste di una violenza inaudita sono cominciate a Corfù, Tessalonica, Sparta e altre città (clicca quì).
Oramai nessuno dubita più che nei prossimi giorni le rivolte che sono esplose in diversi Paesi europei si trasformeranno in guerriglia, finendo per dar vita a una rivoluzione gigantesca, che sancirà il collasso definivo del turbocapitalismo dal volto disumano.
Una fiumana di lavoratori, disoccupati e pensionati è sfilato per le vie di Lisbona sventolando bandiere e urlando slogan degli anni ’70, per dire basta alle misure di austerità che hanno messo in ginocchio il Paese (clicca quì).
I portoghesi hanno capito che, se non riprendono la lotta per la riconquista dei diritti perduti, la loro vita si trasformerà in un inferno.


Il nuovo Segretario della Confederazione Generale del Lavoro ha organizzato una manifestazione per far vedere al governp che i portoghesi sono capaci di farsi valere e c’è riuscito. Il successo, infatti, si è rivelato superiore alle aspettative, anche perché i lavoratori non vedevano l’ora di dire che non sono più disponibili ad accettare le decisioni prese dagli eurocrati per salvare le banche.
L’opposizione in Portogallo è divisa, ma se le misure della troika si faranno insopportabili è probabile che quanto prima si compatti e scavalchi la coalizione di governo nel numero dei consensi.
Se i banchieri andranno avanti a ignorare un dato di fatto così importante, non resterà loro nessuna possibilità di contenere le manifestazioni che stanno montando in tutta Europa.

A Madrid gli indignados hanno organizzato la prima protesta contro la riforma del lavoro di Rajoy. Ma la promessa che i sacrifici avrebbero fatto diminuire la disoccupazione non ha convinto. I sindacati stanno organizzando, pertanto, una mobilitazione generale per il 19 febbraio (clicca quì).

Il sogno americano si è trasformato in un incubo

10 venerdì Feb 2012

Posted by antiglobb in economia, guerra civile, neoliberismo, società civile

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aumento dei senza tetto, consumismo, delocalizzazione, disoccupazione, produzione industriale, proteste

Gli USA producono sempre meno

Il benessere degli USA era dovuto alla produzione illimitata di beni da parte di un enorme numero di industrie, dal consumo sfrenato degli stessi e dal reinvestimento totale e immediato dei profitti.
Questo meccanismo ha funzionato a meraviglia fino a quando la Cina non si è affacciata al mondo della produzione con milioni di lavoratori disponibili a prestare la loro opera a prezzi più bassi di quelli richiesti dai lavoratori americani.

A quel punto, per accrescere i propri guadagni, un numero sempre più alto di industrie americane hanno cominciato a trasferire la loro produzione in Cina.
Pertanto, il numero delle industrie che sono rimaste negli USA si sta riducendo sempre più rapidamente e la previsione è che nei prossimi dieci o quindici anni, anche grazie ai problemi economici che sono costretti ad affontare per aver dichiarato guerra a mezzo mondo, saranno ridotte alla metà.

Questo fatto dovrebbe suonare come un campanello d’allarme  per il nostro Paese, che, per il vezzo di scimmiottare acriticamente gli aspetti peggiori degli altri, ha delocalizzato una grossa percentuale delle sue industrie.
I disoccupati, pertanto, oggi sfiorano la percentuale del 23% della popolazione, mentre i senza tetto, coloro che non godono di assistenza sanitaria e i disperati che partecipano alle proteste promosse da Occupy Wall Street sono diventati decine di milioni e sono destinati a diventare sempre di più.

http://www.politifact.com/ohio/statements/2011/nov/07/betty-sutton/betty-sutton-says-average-15-us-factories-close-ea/

Il Fiscal Compact e la Nuova Recessione

08 mercoledì Feb 2012

Posted by antiglobb in conflitti sociali, disintegrazione dell'europa, economia, globalizzazione, guerra civile, informazione, neoliberismo, società civile

≈ 9 commenti

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attacco al benessere dei cittadini, attacco all'economia reale, misure di austerità, pareggio di bilancio, richiesta di referendum, strapotere dei banchieri, svendita del patrimonio economico, tagli ai benefici

Gli italiani devono pronunciarsi

Il Fiscal Compact è un attacco senza precedenti dei banchieri internazionali al livello di benessere dei cittadini europei. L’obiettivo è quello di salvare le banche, riducendo l’economia reale al ricordo di un passato lontano e costringendo gli Stati nazionali a vendere a prezzi stracciati quello che resta del loro patrimonio economico.
Tralasciando i dettagli, che vengono aggiunti solo per confondere le idee di chi desidera informarsi, i punti salienti del Patto sono i seguenti.
1. Nel periodo che intercorre tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2013, i Paesi dell’eurozona dovranno raggiungere il pareggio del bilancio, anche nel caso che questo dovesse comportare il licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori, la riduzione di salari, stipendi e pensioni, un ulteriore differimento dell’età pensionabile, altri tagli di spesa e altri aumenti del carico fiscale.
2. Gli Stati che non daranno esecuzione al Patto, saranno costretti dalla Corte di Giustizia Europea a presentare un piano delle misure di austerità che intendono prendere per non essere puniti.
3. Se questi Stati presentano il piano, ma in seguito si rifiutano di portarlo a esecuzione, la stessa Corte ordinerà loro di farlo.
4. Se il rifiuto persiste, la stessa Corte condannerà gli Stati ribelli a pagare due miliardi di euro.
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002832.html
In altre parole, gli Stati che hanno problemi di crescita, impiego o produttività, invece di essere aiutati a superarli, sono invitati a ridurre alla fame i loro cittadini, con la minaccia che, se non avranno il coraggio di farlo, ci penseranno loro.
La maggioranza degli italiani non si è resa conto della spada di Damocle che pende su di loro, mentre quelli che ne hanno preso atto preferiscono mettere la testa sotto la sabbia.

Gli stessi italiani però, quando si accorgeranno che l’inflazione è aumentata, la cassa integrazione è sparita, l’articolo 18 è stato cancellato dalla Carta Costituzionale, esiste solo il lavoro precario e i loro figli sono degli sfigati ricominceranno a protestare che non ce la fanno più a tirare avanti, i sindacati si limiteranno a preannunciare scioperi delle durata di tre ore e il governo tecnico, sicuro che nessuno lo fermerà, andrà avanti fino a quando avrà raggiunto il suo scopo.
http://web.rifondazione.it/home/index.php/prima-pagina/3340-vogliamo-il-referendum-sul-fiscal-compact
Per salvare la poltrona, i partiti, invece di difendere l’economia reale e sostenere le rivendicazioni di chi fa fatica a sopravvivere, stringono strane alleanze per favorire i piani di coloro che hanno causato il disastro.

E’ assurdo, infatti, che, di fronte a decisioni di tanto rilievo, i cittadini non siano invitati a pronunciarsi.
Mi auguro che i lavoratori e i Movimenti contrari al neoliberismo e alla globalizzazione organizzino un referendum per porre fine una volta per tutte allo strapotere dei banchieri.


Sulla Libia la disinformazione regna sovrana

07 martedì Feb 2012

Posted by antiglobb in conflitti sociali, disinformazione, guerra civile, menzogne e ologrammi

≈ 3 commenti

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crimini di guerra, disastro economico, giustizia sociale, insurrezione popolare, veto russo-cinese

Mandato di cattura per Soros

Le menzogne dei media sulle reali motivazioni degli aggressori anglo-franco-americani, che scatenano guerre ovunque per mantenere la loro egemonia sul mondo, sono state rilevate da numerosi video che hanno fornito alla Russia una chance ulteriore per evitare che il loro disegno sia portato a termine.
http://gilguysparks.wordpress.com/2012/02/05/syria-iran-e-l-imperialismo/#comments

Infatti, senza il supporto della propaganda per far credere ai gonzi che le loro menzogne siano verità incontrovertibili, i massimi perpetratori di violazioni dei diritti umani e civili perderanno quasi del tutto il potere di suscitare rivolte nei Paesi che non si piegano ai loro diktat.
E’ bastato il veto della Russia e della Cina alle loro pretese di ingerirsi negli affari di un Paese sovrano, la denuncia dei tentativi di corruzione di Soros per aizzare i russi a sollevarsi contro Putin e l’ordine dato agli ambasciatori degli Stati che non smettono di offendere l’onorabilità del Presidente Assad di lasciare il Paese, per impedire che fosse commesso ancora una volta il crimine perpetrato in Libia.
http://forum.chatta.it/politica/8162266/avevo-ragione-mandato-di-cattura-interna.aspx
La Siria è rimasta integra, la sua alleanza con la Russia ne è uscita ampiamente rafforzata e Assad non sarà scalzato dal potere, perché è appoggiato della maggioranza del Paese. Le sanzioni con cui stanno manovrando per colpirlo non avranno gli effetti sperati, come non li hanno avuto in Iran.

Dopo la vittoria delle forze lealiste a Bani Walid, il CNT è alle corde. A Bengasi e a Tripoli, a Sirte e nei villaggi del sudovest, nella vasta regione del Fezzan e nella zona montuosa di Nafusa i fedeli di Gheddafi stanno portando avanti offensive sanguinose contro i ribelli. Gli attentati si moltiplicano. Il CNT dice che si tratta di incidenti, ma ha elevato il livello di sicurezza, istituendo posti di blocco in diverse città.
La disillusione tra i loro sostenitori è enorme, perché hanno dimostrato di non essere in grado di impedire ai soldati di commettere i peggiori crimini.
La verità, come si vede, non si può nascondere oltre un certo limite.
http://www.workers.org/2012/world/libya_0209/

Gli Stati Uniti sull’orlo della guerra civile

06 lunedì Feb 2012

Posted by antiglobb in conflitti sociali, guerra civile, neoliberismo, società civile

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determinazione a resistere, disastro economico, inflazione alle stelle, insurrezione popolare, reduci di guerra, stoccaggio di cibo

La marea rivoluzionaria è inarrestabile

Gli USA hanno realizzato nei pressi di San Diego la “Ventinove Palme“, una struttura militare fornita di lunghi tunnel sotterranei e di numerosi edifici, per addestrarsi a una guerra  civile non più evitabile.
Hanno mandato, inoltre, migliaia di carri armati e 78.000 soldati lungo il  confine tra la California e il Messico e hanno stoccato in altre strutture alimenti sotto vuoto, farmaci e bare di plastica.
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=73992&Itemid=132

Dapprima si era pensato che i preparativi servissero a punire i Paesi sudamericani che avevano stretto legami con l’Iran o a correre in aiuto dei messicani che stanno per essere colpiti da un terremoto, che si prevede  imminente, di una intensità superiore agli 8.0 gradi della scala Richter. Ma poi si è capito che quelle misure erano state prese per sedare i tumulti che stanno per scoppiare nel Paese.
http://www.informarexresistere.fr/2012/02/02/nwo-cosa-sta-per-accadere-negli-usa-preparativi-per-lennesimo-evento-catastrofico-indotto/#ixzz1lVPXSEIy
L’economia americana è da tempo in caduta libera. I disoccupati e i senza tetto aumentano ogni giorno a causa delle ingenti spese militari del Pentagono.

Fino a gennaio 2012, allorché i soldati americani si ritireranno da tutti i fronti di guerra, i poveri e i disperati diventeranno la grande maggioranza della popolazione, anche perché le false banconote da cento dollari che gli iraniani stanno immettendo da tempo nel mercato globale faranno salire l’inflazione negli USA a livelli mai toccati prima.

Di conseguenza le proteste organizzate da Occupy Wall Street stanno coinvolgendo milioni di americani nel sogno di vivere in una società realmente libera.
Le cariche della polizia, i lacrimogeni urticanti, le manganellate, le violenze e le detenzioni abusive, hanno reso più forte, infatti, la determinazione dei dimostranti a resistere fino al conseguimento del loro obiettivo.
http://www.polisblog.it/post/12503/occupy-wall-street-n17-le-manifestazioni-del-17-novembre-in-tutto-il-mondo

Le iniziative del Movimento stanno avendo un’eco profonda nei più diversi Paesi del mondo, che hanno già organizzato enormi manifestazioni di solidarietà e si stanno preparando a organizzarne delle altre.
Aveva ragione A. Dubcek quando diceva che tutti possono strappare i fiori, ma nessuno può fermare la primavera. Quando un popolo, infatti, decide di liberarsi dalle catene della tirannia, non retrocede di fronte a niente, perché sa che non ha niente da perdere.

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